Protezione Civile - Provincia Autonoma di Trento

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12.4.2011

Il grazie del presidente Napolitano per l'impegno nella ricostruzione - DELLAI A L'AQUILA A DUE ANNI DAL TERREMOTO

Comunicato Ufficio Stampa nr.748 del 06/04/2011

 

"Essere qui oggi, in mezzo a tante persone che ancora soffrono per la perdita dei loro cari è la testimonianza dell'impegno della nostra comunità che sa quanto sia importante agire nell'emergenza ma anche continuare ad "esserci, nel difficile cammino della ricostruzione". Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, spiega cosí la sua partecipazione alla solenne cerimonia celebrata stamani a L'Aquila nella basilica Santa Maria di Collemaggio alla presenza del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, del sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, Gianni Letta e di molte altre autorità civile, religiose e militari.La stretta di mano con la quale il Capo dello Stato ha salutato il presidente Dellai - giunto a L'Aquila assieme al capo della Protezione civile trentina Raffaele De Col - è dunque il grazie che il nostro Paese ha rivolto alle centinaia di uomini e donne trentini che dal 6 maggio di due anni fa ad oggi si sono succeduti nei vari turni con cui e' stata gestita la missione in terra abruzzese.
La Protezione civile trentina, come si ricorderà, cominciò a mobilitarsi immediatamente; già prima delle 10 del mattino la prima colonna lasciò la caserma di Trento alla volta dell'Abruzzo. Entro sera il primo campo era già quasi completato. Cominciò da quel giorno un impegno straordinario, dal quale sono scaturire non solo molte opere che hanno consentito alle comunità colpite dal terremoto di "rinascere", ma anche un vero e proprio rapporto di amicizia e di collaborazione fra le due comunità e le istituzioni che le rappresentano.
Stamani la presenza di Napolitano, in una chiesa gremita e resa ancora più suggestiva dall'impalcatura di acciaio che obbliga a ricordare quanto possa essere devastante la natura, è stata un dono per gli aquilani. Lo ha sottolineato anche il vescovo Giuseppe Molinari nell'omelia che ha toccato in alternanza i temi del dolore, della fede, della speranza. Poi il momento più toccante: la lettura, uno dopo l'altro, dei nomi dei 308 fra uomini, donne, bambini e anziani che all'alba del 6 aprile di due anni fa persero la vita tra le macerie.