Protezione Civile - Provincia Autonoma di Trento

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20.6.2011

Protezione civile: ecco i punti cardine della nuova legge

Dopo un lungo dibattito, il Consiglio provinciale ha approvato oggi la nuova legge che disciplina le attività di protezione civile in Trentino. Soddisfatto il presidente della Provincia, Lorenzo Dellai, che sottolinea l'importanza di poter finalmente disporre di un ordinamento organico del settore, capace di razionalizzare le diverse disposizioni statali, regionali e provinciali che si sono susseguite a partire dal 1954.

 

"Dopo questi lunghi giorni in consiglio, la filosofia è rimasta quella di partenza - ha commentato il presidente Dellai - ed è una filosofia che si fonda su alcuni punti. Il primo: la protezione civile è un insieme di attività di prevenzione e di attività di emergenza; è soprattutto un fatto culturale prima ancora che tecnico. Secondo: si valorizza la straordinaria ricchezza di quella formula che vede lavorare insieme le strutture permanenti e quelle del volontariato, architrave portante del nostro sistema. Terzo: la protezione civile è un insieme di valori, di tradizioni e principi ma anche di metodi organizzativi e di strumenti innovativi. La legge innova molto e introduce nuovi principi di efficienza e questo penso sia molto importante. In definitiva, valori di fondo, soprattutto di volontariato, ed efficienza organizzativa: un mix che fa della protezione civile del Trentino un laboratorio di avanguardia e di livello europeo.

Un po' di storia
Dal 1992 (anno di approvazione della legge provinciale n. 2 e della contemporanea legge statale n. 225) le nuove esperienze maturate nel frattempo, nonché lo sviluppo di nuove metodologie per la valutazione e la gestione del rischio, hanno modificato il quadro organizzativo di riferimento. A queste va aggiunta anche la recente riforma del corpo nazionale dei vigili del fuoco che ha, tra l’altro, ricondotto al regime pubblicistico la disciplina del rapporto di lavoro dei vigili del fuoco nazionali. Il quadro normativo di riferimento a livello provinciale non era quindi più adeguato alle esigenze di operatività del sistema di protezione civile locale.

Le caratteristiche della nuova legge all'insegna della semplificazione

La nuova legge provinciale si caratterizza come un testo unico e se da un lato traccia con precisione e rigore le linee essenziali dell'organizzazione, delle competenze e dell'attività di protezione civile in Trentino, in alcuni settori fa però ricorso ad una delegificazione, con rinvii alla disciplina regolamentare, ad atti generali della Giunta provinciale nonché ad atti pianificatori e di natura convenzionale. Attenzione viene poi riservata alla semplificazione amministrativa, anche attraverso la previsione di norme regolamentari dirette all'unificazione ed al coordinamento dei procedimenti.
La legge non modifica l'ordinamento dei servizi antincendi regionale e provinciale, ma recupera e inserisce nell'organizzazione provinciale della protezione civile gli aspetti dei servizi antincendi che sono preordinati, secondo le finalità della protezione civile, alla prevenzione degli incendi e degli incidenti, agli interventi tecnici urgenti ed al soccorso alle popolazioni, per la salvaguardia dell’incolumità delle persone, dei beni e dell’ambiente. Anche i vigili del fuoco volontari e le articolazioni locali della protezione civile agiscono sotto l’indirizzo unitario ed il coordinamento della protezione civile provinciale, nonostante siano strutturalmente e funzionalmente incardinati negli enti locali e supportino funzionalmente il sindaco. Si tratta di un ordinamento istituzionale unitario, che permette di evitare la ridondanza degli interventi e gli eccessi del corporativismo, pur nel rispetto della diversa genesi storica, istituzionale, organizzativa ed operativa delle componenti.
Va evidenziata la forte connessione con le materie della tutela dell’ambiente, dell’urbanistica, della pianificazione territoriale, dei lavori pubblici, delle attività economiche e agricole, con la disciplina delle opere di infrastrutturazione territoriale, con le leggi che disciplinano l’ordinamento degli enti locali nonché l’organizzazione e il personale della Provincia e il volontariato, nell’ambito di un quadro istituzionale che concorre a rendere maggiormente articolato il quadro di riferimento della legge.
Il testo normativo prevede infine puntuali istituti mirati ad instaurare procedure di collegamento, di concorso e di coordinamento tra gli ordinamenti della protezione civile e rispettivamente dei servizi antincendi, ma di fatto, codifica per molti aspetti, prassi già recepite nella gestione delle emergenze.

Formazione

La sicurezza è un problema di tutti ed è pertanto necessario che venga percepito come tale da ciascuno in ogni ambito sociale e ambientale, attraverso l’incentivazione di politiche intersettoriali per un responsabile utilizzo del territorio e delle risorse e di campagne di educazione ai comportamenti attivi per la preservazione di condizioni di vita sicure e per fronteggiare situazioni di rischio in atto.
Per garantire migliori standard di formazione e di preparazione tecnica degli operatori di protezione civile, nonché per la realizzazione di programmi di informazione e di sensibilizzazione della popolazione, è previsto che il volontario di protezione civile segua obbligatoriamente un percorso di formazione di base ed ulteriori livelli di formazione specialistica. Ne consegue una valorizzazione del ruolo della Federazione dei corpi dei vigili del fuoco volontari e delle organizzazioni di volontariato nella formazione dei volontari iscritti: in particolare viene valorizzata la Scuola Antincendi dei vigili del fuoco volontari, gestita dalla Federazione, pur rimanendo centrale il ruolo dell’attuale struttura provinciale preposta alla formazione in questo campo.

Gestione delle emergenze e sussidiarietà

Nella nuova legge sulla protezione civile trovano applicazione i principi di sussidarietà, di efficienza e di adeguatezza dell’attività amministrativa indicati anche nella recente riforma istituzionale approvata con la legge provinciale 3/2006. Essa infatti, anche avvalendosi dell’apporto del volontariato, prevede il coordinamento dei diversi livelli in cui si articola la protezione civile in Trentino in capo alla Provincia, al fine di garantire al servizio la sua omogeneità sull’intero territorio provinciale e l’unitarietà del sistema. I soggetti istituzionali che compongono questa rete sono quindi: Provincia, Comuni singoli o Comunità di Valle, che operano attraverso le strutture operative centrali e decentrate sul territorio, ai quali si aggiunge il volontariato.
Per questo motivo il "commissario per l’emergenza", ovvero il dirigente generale della protezione civile in ambito provinciale, ha compiti, funzioni e responsabilità superiori a quelli dei dirigenti generali dell’Amministrazione provinciale, in quanto preposto al funzionamento di un sistema di protezione civile articolato su più enti e livelli istituzionali.
Per la fase di gestione delle emergenze, viene introdotta una serie di strumenti che agevolano la tempestività delle azioni, come la centrale unica di emergenza, centri operativi locali, una rete di radiocomunicazioni della protezione civile, servizi di monitoraggio ambientale. Sono inoltre individuate le figure di responsabilità come, appunto, il commissario per l’emergenza, i commissari incaricati per la gestione di singole emergenze, i comandanti dei vigili del fuoco per le emergenze di livello comunale e gli ispettori distrettuali per il livello sovracomunale.
Con la nuova legge vengono ridefiniti compiti e responsabilità degli enti locali, coerentemente con quanto previsto dalla riforma istituzionale. Alla luce del principio di sussidiarietà ed adeguatezza, i Comuni, singolarmente o in forma associata nelle Comunità garantiranno il loro apporto al sistema complessivo, con riguardo ai rispettivi territori di competenza, non solo con riferimento alla fase della gestione dell’emergenza (mediante le strutture comunali e i corpi dei vigili del fuoco volontari), ma anche nelle altre attività della protezione civile, come, ad esempio, nella pianificazione di protezione civile, nel presidio del territorio e nell’adeguamento degli strumenti urbanistici di livello locale, nella prevenzione dei rischi e nella protezione.

Il piano di protezione civile

Una delle più grandi novità delle legge consiste nell’introduzione del piano di protezione civile, non presente nella normativa del 1992. La pianificazione di protezione civile viene articolata su tre livelli, rispettivamente: locale, sovracomunale e provinciale.
I piani di protezione civile, in relazione ai rischi esistenti sul territorio, dettano le disposizioni per le attività di protezione e per quelle di gestione dell’emergenza. In particolare definiscono il quadro organizzativo di riferimento dell’apparato di protezione civile e le linee di comando e di coordinamento, programmano le azioni ed individuano i criteri e le modalità per il reperimento delle risorse organizzative, umane e strumentali. Disciplinano, inoltre, il coordinamento con le forze dell’ordine e con la polizia locale.
La legge prevede la centrale unica di emergenza provinciale nell’ambito dei servizi di soccorso e di competenza della Provincia autonoma di Trento, attuando le disposizioni comunitarie e statali in materia di numero unico di emergenza, il suo coordinamento con il servizio di reperibilità provinciale e con i servizi di presidio territoriale e di pronto intervento locali, il sistema di allerta provinciale ai fini di protezione civile, la rete di comunicazione in emergenza ed il sistema informativo provinciale della protezione civile. Disciplina, inoltre, il sistema dei rapporti con le autorità dello Stato, con le strutture competenti per il soccorso sanitario e per la protezione dell’ambiente, al fine della gestione coordinata delle emergenze rilevanti sotto il profilo sanitario ed ambientale.

Comunicato stampa n.1667 del 20/06/2011