Protezione Civile - Provincia Autonoma di Trento

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4.2.2021

Frana dal Monte di Mezzocorona

La notte del 4 febbraio 2021 alle 0.50 è avvenuta una frana dal Monte di Mezzocorona.

 

Tra le 01.50 e le 04.00 è stata fatta una prima valutazione sullo stato stato dei luoghi e sulla possibilità di altri distacchi. La parete è stata illuminata dalla fotoelettrica dei pompieri volontari ed è stata cosi localizzata l’area di distacco. Tuttavia non è stato possibile escludere la presenza di porzioni di materiale roccioso ancora instabile e per tale motivo è stato deciso in accordo con il Sindaco di allontanare le persone dal maso Rusca fino al completamento delle operazioni di verifica.

Le operazioni di verifica sono state condotte appena le condizioni di luce hanno consentito il decollo dell’elicottero dei pompieri del corpo permanente di Trento. La ricognizione con l’elicottero, effettuata alle 8.15, ha dato esito positivo e l’ispezione della nicchia di distacco non ha evidenziato la presenza di volumi significativi ed instabili ma solo la presenza di materiale franato di dimensioni di molto inferiori ai blocchi plurimetrici che hanno raggiunto la base del pendio in seguito alla frana. Valutata positivamente anche la funzionalità del tomo vallo posto a difesa del maso Rusca si è quindi deciso in accordo con il Sindaco che le persone allontanate potevano far rientro alle loro abitazioni. Per l’area non protetta dal tomo vallo e per il versante posto sotto Castel San Gottardo è stata invece confermata la necessità di inibirne la frequentazione fino alla rimozione/frantumazione del materiale roccioso presente sul ciglio esterno della cengia.

Il crollo con distacco di un volume roccioso, stimabile in circa 400 mc, è avvenuto dalla parete soprastante il sito del Castello di San Gottardo (vedi immagine con confronto pre e post evento allegata alla presente), il quale è uno dei più suggestivi esempi di costruzione medievale in caverna ed è noto nella lettera geologica per la presenza di orme fossili di arcosauri. Il Castello è collocato in una grande cengia naturale posta a circa 370 m di quota sulla parete rocciosa sopra Castel Firmian e la formazione della cengia è strettamente legata alla presenza di un livello più erodibile, la Formazione di Travenanzes, intercalato tra la sottostante dolomia dello Sciliar e le massicce bancate della sovrastante Dolomia Principale (vedi estratto della Carta geologica Carg). Questa particolare situazione litostratigrafica può favorire il distacco di volumi rocciosi molto consistenti in ragione del fatto che la Dolomia Principale è organizzata in bancate molto competenti e di spessore plurimetrico e una eventuale erosione alla base, dovuta alla presenza dei livelli argillosi della Formazione di Travenanzes può instabilizzare la roccia dolomitica soprastante e per fratturazione isolarne larghe porzioni.

Il materiale crollato nella notte è costituito da blocchi di dimensioni rilevanti: alcuni raggiungono i 10 - 12 mc  e un blocco raggiunge il ragguardevole volume di 40 mc. I blocchi staccatisi dalla cengia del Castel San Gottardo si sono arrestati al piede della falda detritica posta alla base della parete rocciosa, alcuni di essi sono stati intercettati dal sistema vallo tomo realizzato in passato a difesa del maso Rusca mentre altri hanno arrestato il loro corso nel vigneto situato a est del maso. Gli edifici non sono stati direttamente interessati.

 

dott. Giorgio Zampedri