Protezione Civile - Provincia Autonoma di Trento

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30.1.2012

INTENSITA' IN TRENTINO DEGLI ULTIMI TERREMOTI

La differente severità di un sisma in un determinato sito è dovuta ad una doppia serie di fattori. Da una parte le caratteristiche proprie del terremoto, legate cioè alla "sorgente" sismica, dall'altra gli elementi che riguardano il sito di riferimento.

 

Per quanto riguarda la sorgente, la magnitudo è il parametro più comunemente utilizzato. Essa misura l’energia rilasciata, che sarà tanto maggiore quanto estesa la porzione di faglia messa in movimento (slittamento sismico) durante l’evento.

Per quanto riguarda il sito di riferimento, il fattore più importante è certamente la distanza, considerata sia in superficie (distanza epicentrale) sia in profondità (profondità ipocentrale). In pratica, più il terremoto è lontano e profondo, minore sarà l’effetto provocato alla superficie terrestre. Un’altra serie di fattori riguarda le caratteristiche litologiche e topografiche del sito, capaci di amplificare anche in modo significativo lo scuotimento sismico al suolo. Si tratta di variazioni anche molto locali, oggetto di studio della cosiddetta “microzonazione sismica”.

La figura allegata mostra gli epicentri ed i meccanismi focali (da Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) dei tre terremoti significativi che hanno interessato il Nord Italia nelle giornate del 25 e 27 gennaio scorsi. Sulla base delle mappa di scuotimento al suolo calcolata per ognuno di questi eventi (ShakeMaps, da Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), sono indicati i livelli approssimativi di intensità strumentale all’epicentro e nell’area del Trentino. I valori stimati per il Trentino sono stati inferiori al grado IV e le intensità maggiori si sono risentite per il terremoto di Mezzani (Parma) del 25 gennaio. Resta comunque vero che questi valori di intensità, parametro che dà indicazioni sugli effetti dello scuotimento sismico, possono essere modificati in modo anche significativo a seguito degli effetti locali considerati dalla microzonazione sismica.

A magnitudo maggiore corrispondono intensità più alte, come appare dal confronto tra i due terremoti del 25 gennaio. Questo non è sempre vero, come evidente dal confronto tra i due terremoti dell’area di Parma. A distanza epicentrale confrontabile, l’intensità stimata in Trentino risulta inferiore per il secondo evento, fenomeno probabilmente dovuto anche alla maggiore profondità ipocentrale, circa 30 chilometri per l’evento del 25 gennaio e circa 60 chilometri per quello del 27 gennaio.


>> Ultimi terremoti in Trentino

>> La rete sismometrica della P.A.T.: video