Protezione Civile - Provincia Autonoma di Trento

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11.6.2012

AGGIORNAMENTO TERREMOTI IN ITALIA SETTENTRIONALE

Ad oggi 11 giugno 2012 (ore 10:00) la sequenza sismica di Modena e Ferrara conta un totale di circa 1700 eventi sismici (dati ISIDE, INGV), di cui 7 eventi con magnitudo superiore a 5, 26 eventi con magnitudo compresa fra 4 e 5, e 170 eventi con magnitudo compresa fra 3 e 4.

 

Il grafico di Figura 1 mostra l’andamento della magnitudo nel tempo (UTC). Gli sciami sismici più importanti, relativi alle scosse del 20 e 29 maggio, sono seguiti da periodi di sismicità meno frequente e di magnitudo inferiore. L’ultimo evento con magnitudo superiore a 5 (Ml 5.1) si è verificato il 3 giugno alle ore 21.20 locali. A partire dal 7 giugno ad oggi si sono verificati solo 5 terremoti con magnitudo superiore o uguale a 3.

Per quanto riguarda la profondità ipocentrale, circa 1500 eventi sono stati localizzati nei primi 15 km di profondità, e solo una minima parte di essi a profondità maggiori.

Oltre ai terremoti della sequenza di Modena e Ferrara, negli ultimi giorni due eventi con magnitudo superiore a 4 hanno interessato Ravenna e le Prealpi Venete. Il primo evento di magnitudo locale 4.5, a Ravenna il 6 giugno 2012 ore 06:08 locali ad una profondità di circa 25 km. Il secondo sempre di magnitudo locale 4.5, nell’Alpago il 9 giugno 2012 ore  04:04 locali ad una profondità di circa 7 km (localizzazioni INGV). Anche se i due eventi hanno avuto la medesima magnitudo, l’accelerazione stimata nell’area epicentrale dell’evento dell’Alpago (0.03 g, da Shakemaps INGV) è stata circa il doppio di quella relativa all’evento di Ravenna. Ciò sembra essere in larga parte dovuto alla differente profondità degli ipocentri.

In Figura 2 sono raffigurati gli epicentri della sequenza sismica di Modena e Ferrara e dei due eventi di Ravenna ed Alpago. Per questi ultimi è riportato anche il meccanismo focale (da INGV). In particolare, il meccanismo focale dell’evento di Ravenna, che mostra un primo piano nodale di faglia a direzione circa N-S con componente trascorrente sinistra ed un secondo piano nodale di faglia verticale a direzione circa WNW-ESE, non è facilmente interpretabile sulla base delle conoscenze strutturali dell’area. Il meccanismo focale dell’evento dell’Alpago è invece di tipo quasi puramente compressivo, con piani nodali di faglia a direzione NE-SW, in ottimo accordo con le faglie di regime compressivo aventi la medesima orientazione in questo settore di catena.

Per quanto riguarda la descrizione e discussione degli effetti geologici dei terremoti dell’Emilia, in particolare le liquefazioni delle sabbie, si rimanda al sito Internet del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia: http://www.terra.unimore.it/